Natural Canapa come abbiamo iniziato

Natural Canapa ha fatto del mestiere dell’agricoltore -uno dei più duri di sempre- il suo stile di vita oltre ad attività di business: Cannabusiness lo chiamano alcuni, per noi è casa ed è vita.
Ci occupavamo di tutt’alto. Tornare in Calabria si è dimostrata la scelta consapevole e coraggiosa che speravamo diventasse. Un salto difficile per inseguire una visione e una missione che ripaga di tutti gli sforzi.
Coltiviamo cannabis light al 100% biologica. Una nostra vocazione che aiuta a connetterci con la terra che i nostri avi ci hanno lasciato in eredità. Ambizioni e radici restituiscono quel senso di comune appartenenza che non credevamo neanche di desiderare.
Il pensiero dominante, opinione pubblica e governi nazionali non potranno a lungo rifiutarsi di accettare i tangibili benefici del CBD.
Alcuni Stati, in tutto o in parte, l’hanno reso legale, per scopi medici e anche ludici. L’Italia si dimostra aperta e tollerante (per alcuni versi) con una normativa contorta, distorta, lacunosa e, in parte frutto più di compromessi politici che di un’analisi costi-benefici. La Canapa Light, è libera e legale nella misura in cui, chi la vende e chi l’acquista lo fa per cure mediche certificate, “collezionismo o floro-vivaismo“.
Lo chiedevano in molti, tanti politici lo hanno più volte sostenuto: “fate tornare le giovani braccia tra i campi!”
Ebbene, ce lo hanno permesso e noi lo abbiamo fatto!
Nel giro di pochi anni hanno aperto centinaia di aziende agricole, altrettante hanno convertito la loro produzione, e oggi il settore conta oltre 3000 aziende con oltre 10mila addetti ai lavori. Situazione che, in un momento di recessione e tragico trend di disoccupazione giovanile, riesce ad invertire la tendenza e a dimostrarne il suo enorme potenziale.
Natural Canapa produce e vende Biologico
La nostra realtà quotidiana è letteralmente circondata da tante profumatissime piante di Cannabis. Possiamo coltivarla perché non psicoattiva e ne siamo riconoscenti.
Siamo figli del cibo genuino e dell’aria incontaminata, sappiamo cosa è biologico e abbiamo deciso di prenderci cura delle nostre infiorescenze al CBD come fossero le nostre creature. Coltiviamo Outdoor vincolati all’imprevedibilità del clima e delle intemperie e con la stessa cura e dedizione lo facciamo anche Indoor, conservando la stessa qualità che in nostri consumatori hanno dimostrato di saper apprezzare.
Non adoperiamo sostanze nocive o tossiche né per l’uomo né per l’ambiente. Lo facciamo per noi e per il riscatto della nostra terra. Un territorio con una radicata e promettente vocazione agraria che ha ancora tanto da dimostrare e nulla da perdere nel mercato della canapa sativa industriale.
Le genetiche che adoperiamo provengono solo da semi certificati e presenti negli elenchi ufficiali che comunità europea, mercato e legge prescrivono.
Abbiamo dato alla luce 9 Natural Heroes
Abbiamo dato alle nostre qualità di CBD quel volto e quell’anima che pareva ambissero ad avere!
Tratti, colori e personalità di super eroi quali sono! Le numerose e variegate qualità di cannabis che l’uomo si è divertito a incrociare, studiare, migliorare (purificandole dal thc) per coltivarlo in tutta sicurezza sono a tutti gli effetti Natural Heroes con poteri e virtù che un giorno o l’altro avranno la loro rivincita contro il male dell’universo.
Crescono da talee che conservano le caratteristiche di fenotipi stabili e facciamo del CBD che contengono il volano della nostra etichettatura.
Curioso notare come l’Italia fino alla prima metà del ‘900 fosse uno dei maggiori paesi produttori ed esportatori di canapa. Oggi vive un periodo di dissacrazione delle sue proprietà e contestuale stigmatizzazione della percezione del vizio a soli scopi di fomentare un dibattito politico e culturale che prende in esame unicamente l’aspetto moralmente deprecabile del suo uso come sostanza stupefacente.
Eppure:
- Negli ultimi anni ha dato lavoro a decine di migliaia di persone quasi tutte sotto i 35 anni
- sono nate 1500 nuove aziende addette alla trasformazione e alla commercializzazione
- 150 milioni di euro di fatturato solo nel 2018
- una stima prevede che nel 2021 produrrò un indotto di 36 miliardi di euro in tutta Europa
- colpisce trasversalmente tutti i settori commerciali che conosciamo e può essere una risorsa per edilizia, cantieristica, tessile, cosmesi, medicina, agricoltura e altro ancora.
- Può riparare ai danni fatti dall’uomo alla terra purificando i terreni sui quali viene piantata (solo per dirne una).
Realizzare una piena legalizzazione di coltivazione, trasformazione, consumo e vendita non riguarda più, anzi non ha mai riguardato i ragazzacci ma può rappresentare un tangibile freno al commercio illegale e criminale, che affligge mercati e governi internazionali.
Una sola pianta che genera centinaia di filiere produttive, un super-eroe di green economy e di eco-compatibilità ambientale. Risorsa a basso costo per una ripresa economica di lungo periodo più che forzatura ideologica.
Non sarà questa la sede della nostra lotta ma con questo nostro primo post ci impegniamo ad aprire un ragionamento collettivo. Madre natura ci ha fatto un dono prezioso, venire a patti con imposizioni miopi di lobby e governi, significherebbe sprecarlo.
Canapa è Marijuana
Cannabis, Marijuana o semplicemente erba indistintamente si riferisce all’inconfondibile, verdissima e profumatissima pianta dalle foglie a sette punte. In botanica c’è chi ne distingue le tipologie a partire da un’unica famiglia, Cannabis Sativa, chi ne riconosce tre e chi due assieme all’Indica. Il punto su cui concordano però è che non ha mai ucciso nessuno, non si tratta di una pianta tossica né velenosa. Per potersi considerare letale, è necessario consumare 500/700 kg in circa 15 minuti!
Uno degli obiettivi delle associazioni che si occupano di promuoverla e proteggere consumatori e produttori punta a sradicare anche la cultura discriminatoria che intercorre nel uso della terminologia che tende a utilizzare “Marijuana” se quello che viene dopo si riferisce all’abuso di droghe e “Canapa” se attiene ad argomenti ormai per lo più accettati.
Ben lontani dalla tanto sperata obiettività scientifica sull’argomento, di recente il Ministero della Salute s’è messo al centro dell’attenzione in un maldestro tentativo (per ora sospeso) di inserire medicinali per via orale a base di CBD nel novero delle sostanze stupefacenti/ad uso medico, tra quegli ufficiali riconosciuti dall’AIFA.
Quel che manca è una trattazione più organica di ciò che è concesso e cosa è vietato, con il supporto di ricercatori e scienziati nonché alla luce dei più recenti sviluppi giurisprudenziali della Cassazione o dei dell’OMS, di levare la cannabis dal controllo internazionale e dall’elenco delle sostanze psicoattive, pare ancora una volta in stallo.
[Un grazie di cuore anche a Danilo Nero che primo tra tanti ha creduto in noi e nel nostro progetto, seguite il link per saperne di più]